mercoledì 16 dicembre 2009

a piedi fino a Firenze di Enrico Brizzi

Brizzi, a piedi fino a Firenze
Repubblica — 12 dicembre 2009 pagina 3 sezione: BOLOGNA
«DOPO aver raggiunto Firenze in mezz'ora col treno, prendetevi una settimana per raggiungerla a piedi. Lo possono fare tutti e non è una perdita di tempo, è un guadagno enorme. Si dorme nei fienili, si chiacchiera con le persone per strada e si riscoprono le cose che dimentichiamo accelerando costantemente». Nei giorni dell'alta velocità, l'elogio della lentezza arriva da Enrico Brizzi, scrittore di culto e appassionato camminatore che a piedi ha percorso la Linea Gotica da Rimini a Marina di Massa, la via Francigena da Roma a Gerusalemme e in aprile celebrerà il 150esimo anniversario dell'unità d'Italia andando a piedi dalla vetta d'Italia a Capo Passero. Ma parla mentre sta per salire sul treno diretto a Firenze. Brizzi lei cosa sceglie, alta o bassa velocità? «Io ho uno sguardo molto critico sulla necessità reale delle nuove infrastrutture, ma poi alla fine prenderò il primo Frecciarossa disponibile per Firenze». Una contraddizione? «Esatto, una contraddizione perenne a cui siamo ormai abituati tra quello che vorremmo e quello che troviamo.». Cosa si può scoprire andando a piedi tra Bologna e Firenze? «Ad esempio si possono vedere con i propri occhi i danni provocati dai lavori della Tav. Quando si esce dal sentiero a Roncobilaccio non ci si trova di fronte a un bello spettacolo e anche le falde acquifere hanno risentito degli scavi. Però io credo che facciamo bene a stare vicini ai nostri cugini toscani». Ad esempio per il gemellaggio di Capodanno? «Quella è una trovata pubblicitaria, invece un'alleanza strategica credo che sia molto interessante. Negli anni'80 le comunicazioni tra Bologna e Firenze erano intense e proficue». Ha già in mente qualche esempio? «Credo che le due città potrebbero uscire dal destino cui sembrano condannate: Bologna capitale dei fermenti giovanili e dell'università e Firenze del turismo. Alcuni amici fiorentini avevano fatto un adesivo con lo slogan «Firenze città fossile». Magari il treno super veloce renderà Firenze un po' più divertente e Bologna un po' più turistica». Firenze e Bologna secondo lei si somigliano? «Credo che potrebbero trovare delle risposte comuni ai problemi che le affliggono, a partire dall'inquinamento che le soffoca entrambe». Il collegamento in treno da domani sarà ancora più rapido, che dire del trekking? «Lo dovrebbero fare tutti, basta una settimana di tempo a disposizione per arrivare da piazza Maggiore a piazza della Signoria. Se si vuole fare una "scorciatoia", ridurre il percorso a 5 giorni, si può evitare l'entrata nelle due città e andare da Sasso Marconi a Fiesole ma io consiglio la versione integrale. È molto suggestivo andare dalla piazza dove abbiamo trascorso migliaia di ore fin da piccoli a quella dove siamo stati solo in gita con la scuola». Prima di partire, ci assicura che non serve un allenamento particolare? «Chi ha un buon passo arriverà prima. Basta mettersi in cammino e quello che di solito è un viaggio in galleria con gli occhi puntati al camion davanti diventa una bellissima avventura. I camminatori integralisti possono farla anche in invernale, in novembre ad esempio sono andato a piedi dal passo della Futa a Firenze con Gianfranco Bracci, "mitico" escursionista». Quindi il sentiero tra i monti e i binari della linea veloce sono strade complementari? «Forse linea ad alta velocità è solo la versione moderna dei ponti che uniscono le due città da 2 mila anni: la Via degli Dei, l'antico sentiero, o il treno che in mezz'ora annulla la distanza e ci porta nel cuore di una città sorella». - (e. c.)

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